Ritratti (2004)

Una Canzone

Francesco Guccini

Una Canzone da Ritratti, Francesco Guccini
Una Canzone
Testo
La canzone è una penna e un foglio
così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l'erba voglio
ma può essere complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell'aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l'anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.

La canzone è una stella filante
che qualche volta diventa cometa
una meteora di fuoco bruciante
però impalpabile come la seta.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
Si può cantare a voce sguaiata
quando sei in branco, per allegria
o la sussurri appena accennata
se ti circonda la malinconia
e ti ricorda quel canto muto
la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto
e quella che tu vuoi dimenticare.

La canzone è una scatola magica
spesso riempita di cose futili
ma se la intessi d'ironia tragica
ti spazza via i ritornelli inutili;
è un manifesto che puoi riempire
con cose e facce da raccontare
esili vite da rivestire
e storie minime da ripagare
fatta con sette note essenziali
e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali
ed una voce che non è voce
ma con carambola lessicale
può essere un prisma di rifrazione
cristallo e pietra filosofale
svettante in aria come un falcone.

Perché può nascere da un male oscuro
che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro,
lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso
lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso
e a volte sventola come bandiera.
La urli allora un giorno di rabbia
la getti in faccia a chi non ti piace
un grimaldello che apre ogni gabbia
pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo
veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo:
son tutto questo le mie canzoni
son tutto questo le mie canzoni.
Una Canzone
note e significato

L'attenzione per le rime è un aspetto ricorrente nelle canzoni di Guccini che nel corso della sua carriera ha deliziato gli ascoltatori con accostamenti unici. Dice di lui Umberto Eco:

"Guccini è omerico, procede per agglomerazione, ha una gran sfacciataggine nell'osare una metafora dietro l'altra. Se vogliamo giocare al gioco del rifacimento celebre, dobbiamo pensare a Walt Whitman. E dentro ci sta tutto, la citazione dotta buttata là senza parere, la memoria intimistica, la descrizione paesaggistica.[...] Sembrerà strano (o no), ma con quella barba e quel suo corpaccio, con la sua erre padana e paesana, Guccini è forse il più colto dei cantautori in circolazione: la sua è poesia dotta, intarsio di riferimenti: che coraggio, far rimare "amare" con 'Schopenhauer'!."

E Guccini racconta come la rima sia per lui un fattore culturale, quasi una cosa appartenente al suo vissuto:

"La rima è importantissima. Da ragazzino leggevo il 'Corriere dei piccoli': 'Qui comincia l'avventura del signor Bonaventura...' Inoltre sono cresciuto in un'atmosfera toscaneggiante. I toscani erano improvvisatori di rime e di rime ne avevano in quantità illimitate. Quindi per me la rima è davvero molto importante, è un elemento istintivo legato all'infanzia. Da adulto poi mi sono accorto che la rima è qualcosa che vibra. La rima unisce le parole e fa cambiare il significato. É come aggiungere una nota in un accordo: quella nota fa vibrare le altre note e apre delle risonanze particolari."

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