Io Sono Nato Libero (1973)

Dopo.. Niente è Più lo Stesso

Banco del Mutuo Soccorso

Dopo.. Niente è Più lo Stesso da Io Sono Nato Libero, Banco del Mutuo Soccorso
Dopo.. Niente è Più lo Stesso
Testo
Forte treno impaziente treno dritto sulla giusta via sei arrivato.
Ad ogni passo baci i miei stivali, terra mia, ti riconosco.
Possente terra come ti invocavo
nei primi giorni in cui tuonava il cannone.
Montagne che fermate il mio respiro, siete sagge come allora ?
Lascia il fucile la mia spalla e cade giù la gloria
la gloria ?!
Torna l'uomo con la sua stanchezza infinita.

E sono questi i giorni del ritorno
quando sui canneti volan basse le cicogne
e versano il candore delle piume
dentro i campi acquitrinosi, e poi fra i boschi volan via.
Sono questi i giorni del ritorno
rivedere viva la mia gente viva,
vecchi austeri dalle lunghe barbe bianche
le madri fiere avvolte dentro scuri veli.
E piange e ride la mia gente e canta...
allora è viva la mia gente, vive.

Canti e balli nella strada volti di ragazze come girasoli
cose che non riconosco più.
Per troppo tempo ho avuto gli occhi nudi e il cuore in gola.
Eppure non era poca cosa la mia vita.
Cosa ho vinto, dov'è che ho vinto quando io
ora so che sono morto dentro
tra le mie rovine.
Perdio ! ma che m'avete fatto a Stalingrado?

"Difensori della patria, baluardi di libertà!"
Lingue gonfie, pance piene non parlatemi di libertà
voi chiamate giusta guerra ciò che io stramaledico!
"Dio ha chiamato a sé gli eroi, in paradiso vicino a Lui".
Ma l'odore dell'incenso non si sente nella trincea.
Il mio vero eroismo qui comincia, da questo fango.

T'ho amata donna e parleranno ancora i nostri ventri.
Ma come è debole l'abbraccio in questo incontro.
Cosa ho vinto, dov'è che ho vinto quando io,
vedo che, vedo che niente è più lo stesso, ora è tutto diverso.
Perdio! Ma che cos'è successo di così devastante a Stalingrado?
Dopo.. Niente è Più lo Stesso
note e significato

"Dopo.. Niente è più lo stesso" racconta la del ritorno di un soldato dell'Armata Rossa nella sua natale Stalingrado (l'odierna Volgograd), completamente ridotta in macerie dopo una delle più feroci battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Il soldato, pur appartenente all'armata vittoriosa, si domanda quale sia il senso della guerra.

Di Giacomo parla di "Dopo.. Niente è più lo stesso":

"La stupidità umana fa sì che un brano che ormai ha 30 anni, oggi sia ancora attualissimo. Alla fine, a noi gente comune, non interessano le guerre di potere, i rapporti di forza. Ci interessa la vita di ognuno di noi. Già si ha il problema della sopravvivenza quotidiana fatta di lavoro (quando c'è), figuriamoci se dobbiamo andare ad innamorarci di momenti feroci come le guerre."

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