Banco del Mutuo Soccorso (1972)
Il Giardino del Mago
Banco del Mutuo Soccorso

Testo
al cavallo con la testa in giù
galoppavo senza far rumore
Gli zoccoli di legno che volavano sui fiori
non sciupavano i colori.
Stan cantando al mio funerale
chi mi piange forse non lo sa
che per anni ho cercato me
e passo dopo passo con le spine ormai nei piedi
tanto stanco stanco.
Io
sono arrivato nel giardino del mago
dove dietro ogni ramo crocifissi ci sono
gli ideali dell'uomo
Grandi idee invecchiate nel giardino del mago
io sto appeso ad un ramo dentro un quadro che balla
sotto un chiodo nell'aria
sono là che ho bisogno di carezze umane più di te.
E il tempo va il tempo va passa
e il tempo va il tempo va passa e va
E tu che fai e tu che fai e tu
e tu che fai e tu che fai che fai?
Sono finito ormai quaggiù
ma vieni via ma vieni via vieni via!
Non posso tornare resterò
se resterai se resterai che farai?
Ogni creatura del giardino del mago
vive tutto il suo tempo dentro in un albero cavo
C'è chi ride chi geme
chi cavalca farfalle
chi conosce il futuro
chi comanda alle stelle come un re
Ma chi è che comanda
comanda le stelle,
ma chi è questo re
è un re che comanda da sé...
Com'è strano oggi il sole
non si fa scuro chissà perché
forse la sera non verrà
a uccidermi ancora
ha avuto pietà solo ora
Per pietà della mia mente che se ne va
il giorno aspetterà
per me si fermerà un po' di più
vedo già foglie di vetro
alberi e gnomi corrersi dietro
torte di fiori e intorno a me
leggeri cigni danzano
a che serve poi la realtà?
Coi capelli sciolti al vento
io dirigo il tempo
il mio tempo
là negli spazi dove Morte non ha domini
dove l'Amore varca i confini
e il servo balla con il re
corona senza vanità
eterna è la strada che va.
note e significato
Il giardino del mago è suddivisa in quattro parti:
...passo dopo passo...
... chi ride e chi geme...
... coi capelli sciolti al vento...
Compenetrazione
Francesco di Giacomo, come sempre restio a spiegare la genesi delle sue canzoni, parla così del tema de Il Giardino del Mago:
Io a quell'epoca avevo 25 anni, e a quell'età si è pieni di sacro furore artistico e si scrivono cose che ti riguardano, le tue crisi, i tuoi desideri. Ne 'Il giardino del mago' ho scritto del cambiamento, della forza, della possibilità, del piacere di aprirsi agli altri. Sono cose comuni a tutti in quel "lager" che è l'età che va dai 18 ai 27-28 anni, un'età in cui pensi di poter cambiare il mondo anche se poi, come dice Manfredi in C'eravamo tanto amati, "volevamo cambiare il mondo, ma il mondo ha cambiato noi". Ma questo non vuol dire essersi arresi.